martedì 21 settembre 2010

Viaggiare e poi ritornare a casa

Eccomi ancora qui a Muhanga, sola, se così si può dire; Concetta e Giovanni sono rientrati tutti e due in Italia per un po’ di mesi, ma Conce presto tornerà. Molta gente dall’Italia, ma anche qui, mi ha chiesto se non ho paura a stare qui da sola e io ho solo una risposta a questa domanda… non sono sola, tutta la gente di Muhanga, più che mai, è qui con me, vicino a me. Certamente Concetta e Giovanni sono una presenza diversa, ma non mi sento sola, assolutamente no. Saranno forse settimane più impegnative e più difficili per me, ma sono contenta di poterle vivere e condividere con questa gente, con tutta la serenità possibile.

In questi giorni che ero via da Muhanga per accompagnare Giovanni e gli ospiti a Kampala, in realtà sono stata a Kimbulu… un po’ di influenza e il mio viaggio a Kampala è saltato.
Il sabato Abdon rientrava da Kampala e allora sono scesa a Butembo con una moto per andare ad aspettarlo. Sulla strada un bel temporale equatoriale ci ha tenuto compagnia e come se non bastasse la moto aveva dei problemi al carburatore, perciò ogni tanto si fermava, fino a non partire proprio più. Scendiamo dalla moto e la spingiamo fino ad una casa. L’autista smonta il carburatore, lo pulisce e poi via verso Butembo.
Arrivo a Butembo, vado a trovare Solange e Souffrance e poi aspetto ancora un’ora e mezza Abdon. Nel frattempo anche a Butembo arriva il temporale. Ci mettiamo a girare per la città sotto la pioggia per fare un po’ di compere, in compagnia anche di Jean Luis e Bahati, la figlia di Arsen, e, quando ormai sta iniziando a fare buio, torniamo a Kimbulu.
Avessi vissuto una giornata così mesi fa, quando ancora ero in Italia, probabilmente sarei stata incazzata nera di essermi presa la pioggia mentre ero sulla mia Vespa, sarei stata incazzata nera che la moto aveva dei problemi e forse non sarei riuscita a risolvere il problema così velocemente come invece ha fatto il ragazzo che mi faceva da autista; mi sarei scocciata di dover aspettare qualcuno un’ora e mezza e poi ancora dover girare per fare compere, sempre sotto la pioggia… invece io mi sono goduta il paesaggio mentre viaggiavo in moto, ho guardato affascinata il ragazzo mentre riparava la moto, mi sono goduta quel bel acquazzone equatoriale, ho approfittato di quell’ora e mezza di attesa per chiacchierare con Gilba e i suoi meccanici e non mi sono tirata indietro per caricare i sacchi di farina e le altre cose che abbiamo comprato, anche se pioveva.
Una giornata come quella è uno dei più grandi insegnamenti che l’Africa ci può dare e che mi ha dato in questi nove mesi… vivere tutto con il sorriso, senza arrabbiarsi se le cose non vanno come avevamo previsto… vi assicuro che si vive con molta più serenità…



La domenica decidiamo di andare a fare una visita agli amici di Lukanga… mentre Abdon, Batì e gli altri ragazzi che sono con me vanno a trovare le loro famiglie e amici, io vado a vedere la casa di Gori, vado a trovare Fazila, Efrem, Tatiana… ritrovo gente che era da molto che non vedevo e questo mi rende super felice, soprattutto rivedere Narcise… è un disgraziato, questo lo so, ne ha combinate di cotte e di crude, però ci sono affezionata…



Andare a trovare l'anziana mamma del vecchio Vescovo di Butembo... anche questo è un bel momento di festa, per me, ma soprattutto per lei...



Prima di ritornare a Kimbulu vado ancora a casa di Abdon… non ero ancora mai arrivata a casa sua, non avevo ancora mai conosciuto i suoi figli, avevo visto solo la moglie un paio di volte.



Stiamo lì dieci minuti e poi ritorniamo… solo perché sono andata a trovarli a casa “mi merito” una gallina in dono… so che non posso rifiutare perché sarebbe un insulto alla loro cultura, perciò prendo quella gallina e torniamo a Kimbulu, anche se mi dispiace molto pensare che quella gallina sarebbe stata cibo per i loro denti o soldi per il loro portafoglio.

Il giorno dopo, il lunedì mattina, partiamo da Kimbulu per ritornare in foresta. Dopo cinque minuti incontriamo due camion con il doppio rimorchio che sono rimasti piantati nel fango e bloccano la strada.



Non possiamo fare nient’altro se non accodarci ad altre macchine che erano già lì e aspettare che i camion si tolgano dal pantano… passano due ore prima che riusciamo a proseguire il nostro viaggio, ma poi arriviamo senza problemi a Muhanga, dove la gente è lì che ci aspetta nel cortile… è sempre bello ritornare a casa quando c’è un’accoglienza così!!!

5 commenti:

  1. Che dire? ogni volta che ti leggo capisco quanto sia importante per te questa esperienza... fanne tesoro, ti aiuterà per tutta la vita, ne sono sicura e in un certo senso aiuta anche chi legge ciò che scrivi. Un abbraccio grande grande a te, alla gente di Muhanga e... all'Africa

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  2. "Una giornata come quella è uno dei più grandi insegnamenti che l’Africa ci può dare e che mi ha dato in questi nove mesi… vivere tutto con il sorriso, senza arrabbiarsi se le cose non vanno come avevamo previsto… vi assicuro che si vive con molta più serenità…"
    Quando sarai a casa spero di provare il piacere di accogliere e assaporare questo grande insegnamento che sembra tu abbia imparato.
    Sai bene Elisa che per me non arrabbiarmi quando le cose non vanno come vorrei è sempre stato quasi impossibile. E' da un pò di tempo che ci sto provando, adesso che hai un pò di cuore africano, tu mi aiuterai?

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  3. mamma mia leggere i tuoi racconti e poi il commento dei tuoi è bellissimo, ti da una gran forza e ti assicuro che ho passato il week end arrabbiata con il mondo ma adesso che ho letto le tue parolee visto le tue foto e immaginata in quel mondo mi riprometto anche io che cerco di sorridere un po' di più.un forte abbraccio

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  4. Ciao piccola grande Eli....quanta verità nelle tue parole!Condivido tutto quello che hai scritto...l'Africa è una maestra di pazienza!Imparare ad avere più pazienza, arrabbiarmi di meno o meglio non arrabbiarmi per le minuzie erano alcuni dei propositi al ritorno dall'esperienza a Muhanga (caspita però quanto è difficile!!!). Grazie perchè con i tuoi racconti tengo sempre vivo il ricordo degli insegnamenti della gente di Muhanga, non potrò mai dimenticare la frase di una mamma:"cosa cambierebbe se ci facessimo vedere tristi? tanto vale sorridere, anche di fronte alle difficoltà!!" Non è un insegnamento questo? Allora è vero che noi occidentali abbiamo tanto tanto da imparare!!!!

    Ti abbraccio forte forte e ti voglio bene
    Vale

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  5. Dimenticavo ....ho letto che sei andata a trovare Gori.....salutalo tantissimo da parte mia quando lo senti e digli che mi mancano i suoi manicaretti... un bacio grande grande anche a Safi e Maria

    Baci Vale

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