sabato 30 ottobre 2010

Maria è partita...

Maria è partita… qualche giorno fa il suo fidanzato ha portato le capre a casa sua, hanno festeggiato e lei è felice. Felice di aver trovato un uomo che ha i soldi e che la vuole come sua “moglie”, una delle mogli, perché questo tizio, Muhindo Boss, ha già un’altra moglie, ma ora vuole Maria e perciò porta le dieci capre per averla.
Maria, una ragazza di 18 anni, che da anni lavora al dispensario, che da qualche mese lavora anche qui in casa per dare una mano in cucina, soprattutto quando ci sono ospiti… Maria, sempre solare, sorridente, giocherellona, coccolona, che per me è diventata come una sorella in questi mesi, ora diventa donna e decide di andare a Kirumba per seguire il suo uomo. Decide di lasciare parenti, amici e due lavori per seguire Muhindo Boss.



Maria decide di partire stamattina senza nemmeno venire a salutare, senza dirci nulla. Vengo a sapere dalla gente del villaggio che Maria è partita… che tristezza, che rabbia, che delusione… non so descrivere quello che ho provato quando ho ricevuto la notizia, certo è, però, che mi si è spezzato il cuore.



Maria, con cui ho trascorso tantissime giornate nei campi, a casa, al dispensario; Maria, con cui ho condiviso la camera nel periodo in cui ero qui da sola; Maria, con cui ho riso, giocato, scherzato, con cui mi sono confidata; Maria, una delle poche persone che ho chiamato “dada” (sorella) ora se n’è andata, senza nemmeno venirmi a salutare… e questo mi fa male…

giovedì 21 ottobre 2010

Cade la pioggia

Piove, piove e ancora piove… in queste settimane qui in foresta piove tutti i giorni.

Pioggia tutti i giorni vuol dire strade difficili da percorrere, perciò bisogna scendere dalla macchina, scavare, togliere acqua, spingere, tirare, sperare di riuscire a togliersi dal buco in cui si è rimasti intrappolati senza perdere troppe ore.



Quando si è in buona compagnia anche questi imprevisti però diventano un’avventura, da viversi con il sorriso, con gioia…

Pioggia tutti i giorni vuol dire difficile trovare il cibo da mangiare. Il cibo nei campi c’è, ma per averlo in casa bisogna andare al campo con la pioggia, magari riparati da un nailon o da una foglia di banana.

Ieri mattina, con Prosperina e Silvia, la ragazza che sta qui un mese, siamo andate al campo a togliere le erbacce alla manioca appena piantata. Abbiamo lavorato due orette e mezza, torniamo a casa e subito ecco la pioggia arrivare, ma per Prosperina non era più un problema la pioggia… quel giorno aveva fatto il lavoro che aveva programmato di fare e questo per lei era la cosa importante. Non finiva più di ringraziarci: se fosse stata lei da sola nel campo avrebbe dovuto lasciare il lavoro a metà, oppure sarebbe stata costretta a finirlo sotto la pioggia.



È una piccolezza, però fa piacere sapere che il tuo aiuto ha evitato che una mamma con il suo bimbetto di pochi mesi prendessero la pioggia, che la mamma dovesse tornare un altro giorno per finire il lavoro.

Pioggia tutti i giorni vuol dire non riuscire a far seccare la manioca per poi frantumarla e fare la farina per il bugali, perciò una volta finita la scorta di manioca che si ha in casa, o si va a comprare della farina al mulino, oppure si va a togliere delle patate dolci nei campi; qualcosa queste mamme devo pur trovare per sfamare la famiglia…

Ieri pomeriggio, dopo pranzo, sono andata al dispensario e sono rimasta lì un bel po’ a chiacchierare con Anna, Esperance e Mumbere: mi hanno fatto molte domande su com’è la vita in Italia, se anche da noi ci sono i soldati, su come viene gestito il matrimonio, se l’uomo deve pagare per sposare la donna e poi un bel po’ di domande su di me, sulla mia famiglia, sulla mia vita.
Passa il tempo e arriva l’ennesimo temporale, finisce l’orario di lavoro di Anna e Esperance, arriva Clarisse per il turno di notte, Anna si prende il bimbetto di Clarisse, Ansue, e vado con lei a casa sua.

Nel frattempo la pioggia ci lascia un po’ di tranquillità, Anna si rende conto che la farina è sufficiente solo più per il bugali di questa sera e mi dice: “Elisa, prendi Ansue e andiamo a togliere delle patate dolci, perché se no domani non so che cosa dare da mangiare ai bambini”. Partiamo e andiamo al campo; per strada incontriamo una delle figlie di Anna, Silvie, e le diamo il bimbo da portare alla sua mamma. Arrivate al campo Anna inizia a zappare, io la guardo perché abbiamo portato solo una zappa… il mio lavoro era badare ad Ansue. Non mi piace stare lì con le mani in mano, glielo dico e lei mi risponde: “mi hai accompagnata al campo, siamo qui insieme”… questo le basta. Di nuovo la pioggia cade e torniamo di fretta a casa, dicendoci che oggi saremmo ritornate insieme a togliere altre patate dolci, ma anche oggi piove…

Tornando da Kampala, quando sono andata a prendere Conce e Silvia, ci siamo fermati a Beni per prendere la bimba che avevamo accompagnato tempo fa per fare un intervento chirurgico all’orecchio. Fortunatamente l’intervento è andato bene, la bimba sta bene, è felicissima, ma ancora non può tornare a Muhanga, perché deve finire le cure post – operatorie.



Rimane a Kimbulu con la mamma e il fratellino, ma le faccio una foto da portare a vedere al papà e agli altri fratelli, che quando la vedono non si vergognano di sfoggiare un bel sorrisone!
Anche a Beni quel giorno pioveva. Parcheggiati davanti all’ospedale io, Silvia e Gilba rimaniamo imbambolati e divertiti a guardare due ragazzini che giocano a calcio sotto l’acquazzone, nelle pozzanghere, tutti inzuppati di acqua e fango…



Non ci sono play station, computer o altri giochi tecnologici qui, ma fortunatamente non ci sono nemmeno genitori, nonni, fratelli o sorelle maggiori che ti sgridano se stai a giocare sotto l’acquazzone con un tuo amichetto o se torni a casa sporco.
La pioggia qui blocca un po’ tutti i programmi di lavoro nei campi, ma di certo non blocca la gioia dei bambini!

mercoledì 6 ottobre 2010

Sbalzi d'umore

Dovessi dare un titolo a questo periodo della mia vita, sarebbe: SBALZI D’UMORE

Felice quando
Angela, la bimba di Anna,
smette di piangere se mi vede.
Felice quando
mi cerca per il villaggio
perché vuole stare con me.
Felice quando
si addormenta in braccio
o sulla mia schiena.
Felice quando
vedo quegli occhietti neri
e quei dentini bianchi…
SORRIDE!



Felice quando
è il giorno del SALONGO
perché è bello trasportare
sabbia,
mattoni,
acqua
con queste mamme,
bambini
e papà.



Triste quando
vedo dei piedi
NUDI
e penso alla mia scarpiera
in Italia.



Felice quando
posso tenere tra le mie braccia
una piccola bimbetta
venuta al mondo
da poche ore.



Felice quando
mi fermo ad osservare
ogni piccolo gesto.



Felice quando
mi fermo a riflettere
su ogni piccolo gesto.



Felice quando
non sono posseduta
dal tempo,
ma sono io
a possedere il mio tempo.



Triste quando
la gente mi dice
che i soldati hanno rubato
per l’ennesima volta.



Felice quando
vado nei campi
con Anna e i suoi bambini…
pomeriggio stupendo!



Felice quando
Anna,
Marasi,
Françoise,
Paulina…
mi trattano come una loro figlia.



Triste quando
Jeannette e Luisa
sono tristi
perché hanno perso
il bimbo
che avevano in grembo.

Felice quando
passo una mattinata
con mamme e papà
per mettere il fango
nella casa di Musafiri.
È bello sporcarsi
di fango
dalla testa ai piedi.
È bello
calpestare con i piedi nudi
quel fango
e poi andare
insieme
a mangiare
patate dolci,
fagioli
e bugali.
Un modo per dire
GRAZIE
Alla gente che ha lavorato.

Triste quando
Penso che
tra poco più di
Due mesi
Devo salutare
Tutta questa gente...