In questi giorni che ero via da Muhanga per accompagnare Giovanni e gli ospiti a Kampala, in realtà sono stata a Kimbulu… un po’ di influenza e il mio viaggio a Kampala è saltato.
Il sabato Abdon rientrava da Kampala e allora sono scesa a Butembo con una moto per andare ad aspettarlo. Sulla strada un bel temporale equatoriale ci ha tenuto compagnia e come se non bastasse la moto aveva dei problemi al carburatore, perciò ogni tanto si fermava, fino a non partire proprio più. Scendiamo dalla moto e la spingiamo fino ad una casa. L’autista smonta il carburatore, lo pulisce e poi via verso Butembo.
Arrivo a Butembo, vado a trovare Solange e Souffrance e poi aspetto ancora un’ora e mezza Abdon. Nel frattempo anche a Butembo arriva il temporale. Ci mettiamo a girare per la città sotto la pioggia per fare un po’ di compere, in compagnia anche di Jean Luis e Bahati, la figlia di Arsen, e, quando ormai sta iniziando a fare buio, torniamo a Kimbulu.
Avessi vissuto una giornata così mesi fa, quando ancora ero in Italia, probabilmente sarei stata incazzata nera di essermi presa la pioggia mentre ero sulla mia Vespa, sarei stata incazzata nera che la moto aveva dei problemi e forse non sarei riuscita a risolvere il problema così velocemente come invece ha fatto il ragazzo che mi faceva da autista; mi sarei scocciata di dover aspettare qualcuno un’ora e mezza e poi ancora dover girare per fare compere, sempre sotto la pioggia… invece io mi sono goduta il paesaggio mentre viaggiavo in moto, ho guardato affascinata il ragazzo mentre riparava la moto, mi sono goduta quel bel acquazzone equatoriale, ho approfittato di quell’ora e mezza di attesa per chiacchierare con Gilba e i suoi meccanici e non mi sono tirata indietro per caricare i sacchi di farina e le altre cose che abbiamo comprato, anche se pioveva.
Una giornata come quella è uno dei più grandi insegnamenti che l’Africa ci può dare e che mi ha dato in questi nove mesi… vivere tutto con il sorriso, senza arrabbiarsi se le cose non vanno come avevamo previsto… vi assicuro che si vive con molta più serenità…
La domenica decidiamo di andare a fare una visita agli amici di Lukanga… mentre Abdon, Batì e gli altri ragazzi che sono con me vanno a trovare le loro famiglie e amici, io vado a vedere la casa di Gori, vado a trovare Fazila, Efrem, Tatiana… ritrovo gente che era da molto che non vedevo e questo mi rende super felice, soprattutto rivedere Narcise… è un disgraziato, questo lo so, ne ha combinate di cotte e di crude, però ci sono affezionata…
Andare a trovare l'anziana mamma del vecchio Vescovo di Butembo... anche questo è un bel momento di festa, per me, ma soprattutto per lei...
Prima di ritornare a Kimbulu vado ancora a casa di Abdon… non ero ancora mai arrivata a casa sua, non avevo ancora mai conosciuto i suoi figli, avevo visto solo la moglie un paio di volte.
Stiamo lì dieci minuti e poi ritorniamo… solo perché sono andata a trovarli a casa “mi merito” una gallina in dono… so che non posso rifiutare perché sarebbe un insulto alla loro cultura, perciò prendo quella gallina e torniamo a Kimbulu, anche se mi dispiace molto pensare che quella gallina sarebbe stata cibo per i loro denti o soldi per il loro portafoglio.
Il giorno dopo, il lunedì mattina, partiamo da Kimbulu per ritornare in foresta. Dopo cinque minuti incontriamo due camion con il doppio rimorchio che sono rimasti piantati nel fango e bloccano la strada.
Non possiamo fare nient’altro se non accodarci ad altre macchine che erano già lì e aspettare che i camion si tolgano dal pantano… passano due ore prima che riusciamo a proseguire il nostro viaggio, ma poi arriviamo senza problemi a Muhanga, dove la gente è lì che ci aspetta nel cortile… è sempre bello ritornare a casa quando c’è un’accoglienza così!!!