Rieccomi…scusate questo silenzio di qualche settimana ma, dopo aver finito il 2009 e iniziato il 2010 a Muhanga, sono stata un po’ in giro…Kimbulu, Butembo, Lukanga, Mageria, Mambasa, Nduye…
Capodanno a Muhanga…che dire…è stato particolare, strano, insolito…nessun cenone di capodanno, nessuna serata in discoteca, nessun botto, se non qualche fusetta la sera dell’1 dopo la preghiera con i bambini che sembravano impazziti nel vederle scintillare…
Il 2009 è finito e il 2010 è iniziato così…come se niente fosse, con la vita di tutti i giorni.
Il 2 siamo poi partiti per Kimbulu, dove c’era già da un paio di giorni Marco che è andato per l’esame di diploma per i dentisti. La domenica abbiamo fatto la proclamazione e la consegna dei diplomi…un flop totale…doveva essere una grande festa e invece, purtroppo, sono stati giorni di tensione e di litigi tra il comitato di sviluppo di Lukanga (formato da Pista, Gilba, Pecos, Maria e Brigitta) e Giovanni e Concetta. Tutto perché ci sono un po’ di problemi all’interno del comitato e invece di organizzare la proclamazione e la festa non hanno organizzato un bel niente. Il motivo? Non si capisce bene e soprattutto è un po’ complicato da spiegare a chi non conosce la realtà di qua e tutti i precedenti.
Dopo questa giornata di “festa” qualcuno va a Lukanga…noi restiamo a Kimbulu perché Marco e Morena lunedì partono per rientrare in Italia e Elia parte il martedì.
Martedì “gita” a Butembo per fare qualche compera e per andare a trovare un po’ di gente…la città non mi piace proprio…troppo caotica e per niente accogliente…ti fanno sentire proprio un Mzungu (un bianco).
Mercoledì andiamo a Lukanga per la grande riunione con i dentisti e il comitato. Arriviamo e, ovviamente, ci sono le danze. Poi inizia la riunione ma io resto fuori perché tanto non capisco ancora molto di swahili e ne approfitto per stare un po’ con
Arsen (quello che 2 anni fa era a Muhanga in cucina)…che bello rincontrarlo!!! Quando mi ha vista ha fatto una faccia come se non credesse ai suoi occhi…non sapeva che ero in Congo e nemmeno che mi fermerò un anno…SORPRESA!!!
Finita la riunione pranzo tutti insieme…sono le 3 e mezza del pomeriggio! E noi avevamo già pranzato…ma non si può rifiutare, perciò…patate, fagioli, bugali, carne, verdura e…fiumi di birra che qua va alla grandissima!!! E poi, pronti via…si ritorna a Kimbulu.
I giorni dopo sono caratterizzati dalla monotonia, dalla noia e dal dolce fare niente…per me. Faccio qualche lavoretto con Conce per inquadrare un po’ la gestione del magazzino dello studio dentistico, i prezzi per le prestazioni, faccio l’inventario, qualche lavoretto così al pc e…passeggiate per il villaggio. Un giorno sono andata al grande mercato qui nel villaggio con Maria e Beatrice (la prima una delle signore che si occupano della casa a Muhanga e l’altra una dentista di Muhanga)…il mercato, con i suoi colori, i suoi profumi/odori e le lunghe chiacchierate con la gente che si incontra mi affascina. È incredibile come per comprare 2 cavolate si perde un sacco di tempo perché ci si ferma a parlare con tutti…questa è una delle tante cose che mi affascinano di questo posto: relazionarsi con gli altri è importantissimo per questa gente ed effettivamente è una cosa bella. È bello non aver fretta e potersi fermare con tutti…altri ritmi, altri mondi.
Giovanni invece in questi giorni è super impegnato, riunioni su riunioni, per TUUNGANE (=incontriamoci), la mega riunione che si fa ogni 2 mesi qui a Kimbulu, dove si incontrano tutti i responsabili dei comitati di sviluppo della provincia (e non solo). Dal mattino alla sera incontra e parla con questi comitati…è incredibile vedere come lui sia un punto di riferimento importantissimo per loro…il consigliere di tutti.
In questi giorni passati a Kimbulu ho imparato a giocare a MANGULA, un gioco fizzissimo che sicuramente mi farò fare dai wasermala, i falegnami, e che porterò in Italia…passo le ore a giocare, per ammazzare il tempo. Narcise è stato il mio maestro…un ragazzo di 20 anni che fa il protesista nello studio dentistico e che parla molto bene l’italiano. Un pomeriggio un ragazzo super snob, più o meno della mia età, di quelli che fanno gli intellettuali e i sapientoni solo perché vanno a scuola, viene e mi chiede di giocare contro di lui, con quell’aria da sapientone appunto, convinto di vincere facile…la prima partita l’ho vinta io in 2 secondi facendogli fare una figura di merda davanti ai suoi amichetti…una donna e per di più bianca l’ha battuto…bravo cretino!!! La seconda partita la vinco di nuovo io. Vuole farne una terza e il furbone bara pur di vincere. Lo lascio vincere ma alla fine gli dico che anche se donna e bianca non sono stupida, che ho visto benissimo che aveva trassato…se ne va a testa bassa e io sono super fiera di me e anche il mio maestro!
Domenica gita a Mageria, un villaggio in montagna, in un posto stupendo, a trovare delle suore. Stiamo lì con loro tutta la giornata e poi torniamo a Kimbulu perché il giorno dopo si parte per Nduye, un villaggio a 400Km di distanza, dove un anno e mezzo fa si sono trasferite 16 famiglie di Muhanga.
Il lunedì partiamo per questo lungo viaggio...arriviamo a Mambasa, dove ci sono dei preti italiani, nel pomeriggio; salutiamo e poi via verso Nduye…60Km di strada bruttina (tipo quella di Muhaga, per chi la conosce). Anche in questo caso tutta la fatica del viaggio svanisce nel momento in cui rivedo e riabbraccio le persone conosciute 2 anni fa a Muhanga. Arriviamo che è già buio ma dopo mezz’oretta sono tutti lì alla casa della missione (una casa abbandonata) per salutarci. Stiamo tutta la sera seduti davanti a casa a parlare con le famiglie, poi restano solo i bambini e allora…canti, foto, gli raccontiamo un po’ di cose di Muhanga…bellissimo!!! Rifletto poi con Giovanni come sia bello poter stare anche la notte in giro per il villaggio, stare fuori con i bambini a cantare e giocare senza la preoccupazione dei soldati…
Stiamo a Nduye martedì e mercoledì…Giovanni incontra tutta la gente, parla, consiglia, ascolta, si riposa un po’. Io mi riposo, gioco con i bimbi e vado a fare un giro per il villaggio…vado a vedere il campo dei pigmei…completamente diversi dai wanande, vivono ancora molto come animali…capanne minuscole, delle piccole igloo; alcuni nudi, soprattutto bambini e alcune donne; qualcuno con dei disegni sul corpo; vanno a caccia con arco e frecce…strani…estremamente bassi e non molto belli (secondo me)…però accoglienti anche loro.
Non possiamo non andare a fare un tour per vedere anche le capanne di quelli che erano a Muhanga…è troppo importante per loro poterci mostrare la loro casa…
Torniamo a Mambasa, dai preti, ceniamo e dormiamo da loro e giovedì mattina partiamo per tornare a Kimbulu. Per strada incontriamo il pullman della delegazione di Noto che è venuta a Butembo con il loro vescovo…scambio due parole con 2 ragazzi di Modica, salutiamo tutti e ripartiamo.
Si torna a Kimbulu…stiamo qui venerdì e ci godiamo l’eclissi di sole e sabato mattina partiamo per Muhanga.
Arrivare a Muhanga è stato stupendo…un sacco di gente nel cortile ad aspettarci…scendo dalla macchina e i bambini mi assalgono…che gioia!!! Queste piccole manine che mi stringono, questi occhioni neri che mi guardano mi rendono veramente felice ed è incredibile come in queste due settimane di lontananza mi siano mancate tantissimo…
Grazie Ely , dal fervore con cui racconti questi incontri mi sembra quasi di esserti vicino e goire con te quando prendi le manine di un bimbo tra le tue e quando con astuzia e diplomazia, anche nel gioco, riesci a dimostrare quanto sia importante per te l'onestà e la giustizia. Continua così, anche scrivendo ci fai scuola. ho voluto interrompere la lettura di quanto hai scritto per dirti quello che sto provando, adesso continuo a leggere ...
RispondiEliminaCarissima Ely, che bello leggerti! Oggi non siamo stati fortunati con la connessione _ abbiamo fatti diversi tentativi - ma fortunatamente ci regali questo bellissimo racconto del tuo viaggio. Se vai avanti così, tra un anno potresti pubblicare un libro ( non stiamo scherzando: sembra di vederli quei luoghi, queli volti, quegli occhioni neri; sembra di sentirle quelle voci che cantano e che sanno gioire del poco. Ma poco per chi? Quello che ci racconti e di cui fai esperienza è IL MOLTO, è l'essenza, il senso della nostra presenza sulla terra. Grazie perchè con la tua testimonianza ci aiuti a non dimenticare questa verità e sentirci piccoli difronte ai nostri inutili affanni quotidiani. SEI GRANDE.
RispondiEliminaGli zietti
grazie ely per ciò che racconti ci fai sentire li, anche se troppo comodo dirlo "da qui"!!! un bacione cugi!
RispondiEliminaDopo tanto silenzio.... finalmente tue notizie, grazie perchè ci sentiamo un pò lì con te e mi rendo sempre più conto di quanto abbiamo fatto bene a non ostacolarti in questa tua esperienza, che ... tutto sommato fa crescere anche noi e, credo, tutti quelli che a questo blog si collegano.
RispondiEliminaSono orgogliosa di te e se possibile ti voglio ancora più bene. Un abbraccio forte forte e un bacione